Girovagando per il web ho scoperto che Oakfields, rivenditore di auto prestigiose situato nell’Hampshire (zona Portsmouth), al di là della Manica, ha in stock nel suo concessionario la vettura da corsa dei miei sogni più perversi, un’auto che pensavo fosse pressochè impossibile scovare sul mercato automobilistico.
Si tratta di una sublime Aston Martin DBR9 GT1, uscita dai cancelli della Aston Martin Racing di Gaydon nel 2005, numero di telaio 102 (la prima cifra “1” rivela che questa è una vettura Clienti, non una destinata a correre ufficialmente). Le specifiche dell’auto sono uniche, allestite secondo la volontà (e la disponibilità finanziaria, presumo) del cliente. Qui di seguito una breve descrizione delle caratteristiche principali.
Il motore montato su questa auto, un poderoso V12 da 6 litri di cilindrata, e i relativi ricambi inclusi nel modico prezzo sono in specifiche “D”, caratterizzato da una maggior potenza massima (si parla del 13%, cioè circa 75-80 cavalli) rispetto al propulsore standard. Al momento il motore ha percorso solo 500 km, cioè circa 3 ore durante delle sessioni di test (l’auto non ha mai corso).
L’auto è stata richiesta con il pacchetto aerodinamico “deportanza massima” che non rispetta le norme dei campionati GT, poiché è stato sviluppato esclusivamente per questo esemplare. Consiste principalmente in uno splitter anteriore più pronunciato e nell’ala posteriore più larga che produce un maggior carico aerodinamico.
Il cambio rimane il tradizionale Xtrac sequenziale a 6 marce, ma il cliente ha fatto installare due paddles Up e Down dietro il volante per facilitare la cambiata, oltre a un “throttle blipper” per rendere più immediata le scalate.
Il peso a vuoto è stato ridotto di parecchi chili, visto che non c’era la necessità di rispettare i regolamenti sportivi. Sulla vettura sono inoltre montati un sistema di raffreddamento per l’abitacolo, kit ricircolo olio appositamente sviluppato per le gare endurance, freni carboceramici, pacchetto completo di sensori diagnostici inclusi sensori LVDT (Linear Variable Differential Transformers, non chiedetemi cosa siano…) e sensori nella pedaliera e nella trasmissione, PI Delta data logging system (con flash card rimovibile) e impianto di telemetria completo.
Tutto questo ben di Dio alla modica cifra di 863.884 euro Iva inclusa. Di primo acchito potrebbe sembrare una somma spropositata, ma se pensiamo che una Ferrari FXX costa 1,8 milioni di euro, beh, ecco che la Aston diventa quasi un affare. Ad avere i soldi, è questa che comprerei, senza indugiare troppo: al diavolo Enzo, Zonda e Carrera GT. E poi non dimentichiamo che stiamo parlando della GT più bella attualmente in circolazione, mica balle. L’arma definitiva per i trackday, ecco cos’è.
Ad un prezzo (quasi) stracciato…
Si tratta di una sublime Aston Martin DBR9 GT1, uscita dai cancelli della Aston Martin Racing di Gaydon nel 2005, numero di telaio 102 (la prima cifra “1” rivela che questa è una vettura Clienti, non una destinata a correre ufficialmente). Le specifiche dell’auto sono uniche, allestite secondo la volontà (e la disponibilità finanziaria, presumo) del cliente. Qui di seguito una breve descrizione delle caratteristiche principali.
Il motore montato su questa auto, un poderoso V12 da 6 litri di cilindrata, e i relativi ricambi inclusi nel modico prezzo sono in specifiche “D”, caratterizzato da una maggior potenza massima (si parla del 13%, cioè circa 75-80 cavalli) rispetto al propulsore standard. Al momento il motore ha percorso solo 500 km, cioè circa 3 ore durante delle sessioni di test (l’auto non ha mai corso).
L’auto è stata richiesta con il pacchetto aerodinamico “deportanza massima” che non rispetta le norme dei campionati GT, poiché è stato sviluppato esclusivamente per questo esemplare. Consiste principalmente in uno splitter anteriore più pronunciato e nell’ala posteriore più larga che produce un maggior carico aerodinamico.
Il cambio rimane il tradizionale Xtrac sequenziale a 6 marce, ma il cliente ha fatto installare due paddles Up e Down dietro il volante per facilitare la cambiata, oltre a un “throttle blipper” per rendere più immediata le scalate.
Il peso a vuoto è stato ridotto di parecchi chili, visto che non c’era la necessità di rispettare i regolamenti sportivi. Sulla vettura sono inoltre montati un sistema di raffreddamento per l’abitacolo, kit ricircolo olio appositamente sviluppato per le gare endurance, freni carboceramici, pacchetto completo di sensori diagnostici inclusi sensori LVDT (Linear Variable Differential Transformers, non chiedetemi cosa siano…) e sensori nella pedaliera e nella trasmissione, PI Delta data logging system (con flash card rimovibile) e impianto di telemetria completo.
Tutto questo ben di Dio alla modica cifra di 863.884 euro Iva inclusa. Di primo acchito potrebbe sembrare una somma spropositata, ma se pensiamo che una Ferrari FXX costa 1,8 milioni di euro, beh, ecco che la Aston diventa quasi un affare. Ad avere i soldi, è questa che comprerei, senza indugiare troppo: al diavolo Enzo, Zonda e Carrera GT. E poi non dimentichiamo che stiamo parlando della GT più bella attualmente in circolazione, mica balle. L’arma definitiva per i trackday, ecco cos’è.
Ad un prezzo (quasi) stracciato…