mercoledì 8 novembre 2006

Toccata e Fuga

E' una mattina come le altre. Fredda, nebbiosa, cupa. L'insistente e penetrante suono della sveglia che trilla sul comodino mi allontana dal mondo dei sogni. Abbandono il tenero calduccio delle coperte e trascino il mio corpo ancora profondamente addormentato verso il bagno. Mi lavo, mi vesto e preparo un buon cappuccino caldo con una succulenta brioche appena sfornata. Accidenti, è già ora di andare! Abbandono il mozzicone di croissant sul tavolo pieno di cianfrusaglie gettandomi verso la porta.
Fuori si gela. Attraverso il vialetto dirigendomi verso il garage poco più avanti, incespicando qua e là, tutto rattrappito a causa di questo stramaledetto freddo. Frugo nelle tasche alla ricerca della chiave, sperando di averla lasciata da qualche parte in casa in modo da avere una scusa per tornare al calduccio nel mio nido. Purtroppo, come ogni giorno, è lì al suo posto nella tasca interna della giacca. La infilo lentamente nella serratura, quindi la giro in senso antiorario facendola scattare per due volte. Afferro la maniglia che sembra una trota surgelata e sollevo piano piano il portone.
La saracinesca si alza cigolando, un filo di luce pallida entra strisciando nel garage. E la belva è lì altezzosa e magnifica in attesa della sua preda, così eterea e bellissima, con le sue curve sinuose che mi fanno impazzire ogni volta che i miei occhi cadono su di lei. Apro delicatamente la portiera e mi calo nell'abitacolo. Il sedile si avvolge sulla mia schiena come un mantello nero in pelle e alcantara, stringendomi affettuosamente. La creatura mitologica non aspetta altro che essere strapazzata lungo una stretta stradina di montagna. La sua fame è insaziabile. Giro la chiave nella toppa. Uno scatto, due scatti. Il motorino di avviamento soffia infastidito e il motore inizia a fare le fusa. E' proprio qui dietro di me, lo sento vibrare, sento la sua sete di carburante, la sua voglia di sfiorare la linea rossa a ottomila giri. Una leggera pressione sul pedale destro scatena le divinità infernali che regnano nel propulsore, che trasmettono attraverso il doppio scarico le loro grida di libertà. Piede a tavoletta sull'acceleratore, mano destra che stringe la leva del cambio, lo scettro del potere. La bestia esce scoppiettando dal suo nido alla ricerca di una preda da inseguire.
No, decisamente non è una mattina come le altre.


Image by permission of Paul Cliff - No unauthorised reproduction

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Mamma mia... ma questo Lord è proprio malato per le auto... :-D

Lord Markus ha detto...

Vuoi che pubblico la mia perizia psichiatrica? :D

Anonimo ha detto...

"divinità infernali che regnano nel propulsore"

ma dove le prendi le idee? è fantastico!

Anonimo ha detto...

lord tu 6 tt fuori!!!! xò bisogna ammetterlo...t è venuta bn!!! ;)

Anonimo ha detto...

mai pensato di scrivere romanzi di genere automobilistico? il mercato non ne propone ;)